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Le reazioni


Le parole del ciclismo in lutto.

DANILO DI LUCA (corridore)
"Sono sconvolto, la notizia della morte di Pantani è un colpo. Non averlo più in gruppo è una perdita enorme. Con lui se ne va un grande campione, un pezzo di storia del ciclismo".

GIUSEPPE SARONNI (ex corridore, attuale direttore sportivo Lampre)
"Ho acceso la tv per vedere due notizie di calcio ed invece mi è piombata questa notizia. Non so che dire. L'ultima volta ci siamo visti al Giro. Nell'ambiente circolavano insistentemente voci sugli ambienti che frequentava. Forse qualcosa di vero c'era. Chi fa dello sport è abituato a vincere e perdere senza subire grossi traumi. Probabilmente i suoi problemi venivano da lontano e chi gli è stato vicino non l'ha saputo seguire. Ma sono solo parole dette così, è veramente difficile commentare".

ALFREDO MARTINI (ex c.t. Nazionale)
"È come se fosse venuta a mancare una parte di noi. L'ultima volta l'avevo incontrato al Giro d'Italia alla tappa di Marostica. L'avevo trovato benino, non in grado di vincere Giro o Tour, ma tra me ho pensato che almeno l'uomo si era ritrovato, rinfrancato. Questa sera, invece, mi ha chiamato mio nipote che era un suo grande tifoso, e quasi non riusciva a parlare. Pensavo quasi che fosse accaduta una disgrazia in casa. Ed in fondo, è successo proprio questo, perchè Pantani, con le sue gesta è entrato in casa di tutti. Per noi era davvero uno di casa".

GILBERTO SIMONI (corridore)
"Mi sembra incredibile. Faccio fatica a crederci. Devo rendermi conto. Ne ha passate di tutti i colori nella fortuna e nella sfortuna è sempre stato un lottatore. Mi sembrava di aver ritrovato prima di tutto un avversario poi una persona, perché l'avevo visto determinato, grintoso e motivato. Avrei scommeso di ritrovarlo nel 2004".

STEFANO GARZELLI (corridore)
"Non ho parole, sono sconvolto. E' ancora difficile da credere. Non voglio farmi idee... Non so quali fossero le sue condizioni di salute. L'ultima volta l'ho visto al Giro di quest'anno. Di lui leggevo sui giornali. Non so cosa possa essere successo. Certo ha dovuto sopportare moltissime pressioni, anche da ambienti esterni al ciclismo. Era molto forte, ma anche molto sensibile e si rifugiava in cose che non doveva fare. Le pressioni alle quali è stato sottoposto sarebbero state difficili da digerire per un uomo normale, figuriamoci per un atleta".

GIUSEPPE MARTINELLI (ex direttore sportivo)
"Per chi gli ha voluto veramente bene c'è una sola parola: tragedia. Non riesco a pensare a niente. per me è un dramma. Ha fatto emozionare e piangere tutti, anche stavolta lo definivo 'fenomeno', e non si è smentito. Sicuramente qualcuno non gli voleva bene. E qualcun' altro gliene ha voluto troppo. Non sbagliate a parlarne. Era un gigante".

SANDRO DONATI (consulente Coni)
"In questo momento ci sono dei medici che dovrebbero provare un rimorso terribile. Trovare le parole per un commento mi è difficile perché negli anni passati ho già detto quello che avevo da dire, dopodichè sono stato descritto come un nemico dello sport. Ora temo che i cori di coloro che cercheranno di sviare l'interpretazione di questa morte prevarranno un'altra volta".

MARIO PESCANTE (sottosegretario Beni Culturali con delega allo Sport) Il primo sentimento è quello di grande compassione. Voglio ricordarlo sorridente accanto a Gimondi in maglia gialla sul podio del Tour. Ci sarà tempo per rimpiangerlo anche come uomo.


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